venerdì 25 febbraio 2011

QUALITA’-QUANTITA’

-EQUILIBRIO-
Più c’inoltriamo nei territori del colore e più ci rendiamo conto come quei confini così precisi e vicini diventino lontani e confusi a causa delle innumerevoli variazioni che scaturiscono da ogni minimo cambiamento. Nel colore ogni scelta fatta consapevolmente porta un peso sulla bilancia dell’equilibrio cromatico percettivo del nostro lavoro. Se c’immaginiamo l’arte della visualizzazione come una bilancia possiamo notare come da una situazione statica come il foglio bianco passiamo ad una situazione dinamica iniziando ad aggiungere pesi visivi come colori e linee. Per quante regole razionali si possano utilizzare dobbiamo sempre tornare a verificare visivamente l’opera per percepire nell’osservazione uno stato di equilibrio fisico e mentale da quello che guardiamo. Ragione e istinto devono operare continuamente insieme in maniera alternata e continua. Il grigio è quel punto che unisce tutto come il punto di equilibrio che si può percepire nel basso ventre negli spostamenti con un accurato ascolto introspettivo. La dinamica tra l’aspetto fisico/pratico e quello psichico/percettivo del colore avviene costantemente con il variare della luce. La frequenza d’onda che colora tutto ciò che incontra porta in se tutti i colori, lasciando alle forme la possibilità di selezionare il colore che più desiderano. Infatti non sono gli oggetti ad essere colorati, ma è la capacità degli stessi di trattenere delle lunghezze d’onda e di rifletterne altre, permettendo all’occhio, che al suo interno ha dei sensori chiamati coni e bastoncelli, di percepire il colore riflesso. La luce si propaga nello spazio con un movimento ondulatorio e si disperde lentamente nello spazio. Questo fenomeno ci fa comprendere come due oggetti dello stesso colore ma con distanze diverse vengano percepiti diversamente a causa dell’assopimento della lunghezza d’onda e conseguente rifrazione. Questo fenomeno è osservabile ad esempio guardando le montagne in lontananza e invece che “marroni” le vediamo blu o viola, a seconda della distanza dal nostro occhio.
-Lo spettro visibile-
La luce visibile all’occhio va dai 400 ai 700 nanometri di lunghezza d’onda, luce bianca, con al suo interno la variazione di tutti i colori visibili. Dalla scomposizione della luce bianca possiamo ottenere tre fasce principali con tre colori diversi, che possiamo definire primari, così come i tre primari pigmento. I colori primari luce sono il ROSSOARANCIO, il BLUVIOLA e il VERDE. Dall’unione dei tre primari otteniamo i tre secondari-complementari, cyan, magenta e giallo. A differenza dei pigmenti, l’unione dei complementari non darà il nero, ma il bianco.
VERDE+MAGENTA= BIANCO
ROSSOARANCIO+CYAN= BIANCO
BLUVIOLA+GIALLO= BIANCO
Quando si parla di luce si sta parlando di SINTESI ADDITIVA, la somma dei colori porta alla luce.
Quando si parla di pigmento si sta parlando di SINTESI SOTTRATTIVA, la somma dei colori porta la nero.
Con l’uso delle tecniche trasparenti questo aspetto della luce è molto evidente, colorando si sottrae luce al foglio bianco sovrapponendo strati di colori, come veli sopra ad una lampada.
-Qualità-
Con LUMINOSITA’ abbiamo definito il movimento del colore verso il bianco, ma in italiano la parola luminosità si può usare oltre che come relazione alla luce, quindi bianco, anche come valore di luminosità. Gli estremi per una scala che racchiude sia la scala acromatica che quella cromatica per definire il valore di luminosità, può essere racchiusa tra il bianco100 e i nero100. Dall’oscuramento del bianco ottengo il GIALLO, a seguire il ROSSOARANCIO e poi il MAGENTA. Mentre dallo schiarimento del nero ottengo il BLUVIOLA, a seguire il CYAN e poi il VERDE.
Quest’ordine ci mostra la graduatoria del valore luminoso dei colori, dal più chiaro al più scuro. D’ora in poi faremo attenzione all’uso del termine luminosità per definire il movimento verso il bianco (termine più usato) piuttosto che la capacità luminosa di un colore (saturazione).
J. Itten ha dato un valore numerico a questi colori per indicare il colore più luminoso, da quello meno. Dando come valore massimo 10 al bianco e di conseguenza 0 al nero, trovandoo in maniera sequenziale i valori degli altri colori come nell’illustrazione.
-La bilancia-
Tornando all’idea della bilancia, se posizioniamo sul piatto sinistro un peso GIALLO questa si sbilancerà creando un movimento verso sinistra.
Verrà spontaneo collocare uno stesso peso di BLUVIOLA, suo complementare, per riequilibrare la situazione.
La bilancia si è mossa, ma non abbastanza per ricreare l’equilibrio desiderato, in quanto il valore luminoso del bluviola non è così intenso come quello del giallo. Il giallo ha un peso pari a 9 mentre il bluviola 3, per riequilibrare l’immagine basterà aggiungere altri due pesi bluviola.
Con lo stesso meccanismo troviamo la relazione tra rossoarancio e cyan.
Mentre il rapporto quantità qualità tra magenta e verde è paritario, stessa luminosità quindi stessa estensione.
Il rapporto di luminosità/qualità è inversamente proporzionale all’estensione/quantità.
In generale più un colore è luminoso e meno deve essere estesa la sua campitura e viceversa.
Questa regola ai fini compositivi funziona bene anche al contrario.
Anche qui è bene addestrare l’occhio, dapprima con i colori saturi, e in un secondo tempo con le variazioni della sfera.
Nel fumetto Bianco e Nero il rapporto è all’incirca di 60-70% di nero rispetto al 30-40% di bianco. Autori come Alberto Breccia, José Muñoz, Frank Miller e molti altri mostrano con evidenza questo rapporto proporzionale.
Chi colora rimane costantemente in “ascolto” visivo con l’immagine per cogliere i cambiamenti luminosi che avvengono all’interno dell’immagine ogni volta che aggiungiamo un nuovo valore, più chiaro o più saturo che sia.
Osserviamo come lo stesso colore può essere percepito diversamente a seconda dell’accostamento che viene fatto.
Qui abbiamo fatto l’esempio accostando due colori, ma la percezione contrastante di un singolo colore cambia considerevolmente all’interno di un’immagine più complessa.
In generale un colore viene percepito più scuro se circondato da colori più chiari, mentre viene percepito più chiaro se circondato da colori più scuri. La perimetrazione di un colore tramite una linea nera o bianca come nel fumetto, lo isola da questo fenomeno.


DALLA TEORIA ALLA PRATICA

-Esercizio Base-
Prendiamo spunto da un esercitazione di Josef Albers dal suo libro “Interazione del colore” per comprendere il valore luminoso di un colore. Preparatevi una quantità di pezzi di carta colorata, ritagliati da riviste o cose simili, per creare una scala ascendente o discendente dal più scuro al più chiaro o viceversa. Dove la scelta non è facile, posizionate i due ritagli uno sull’altro.
Mantenete lo sguardo più a lungo possibile sulla parte sovrapposta, dopodichè togliete il pezzo di carta colorata superiore. Se l’angolo appare più chiaro del colore stesso del ritaglio di carta, vuol dire che il foglio che stava sopra è più scuro del foglio sotto e viceversa.
Per una sicurezza maggiore provate a invertire i due ritagli e confrontare i risultati.
Una volta ordinati i ritagli di carta fate una fotocopia o una scansione in B/N per vedere se l’ordine da voi creato è corretto.
-Esercizio Avanzato-
Creiamo tre immagini con lo stesso personaggio, stessa posa e stessa dimensione, ma con ambienti cromaticamente differenti tra loro, deserto, metropoli, neve etc…
Per prima cosa coloriamo il personaggio con gli stessi colori, e poi coloriamo l’ambiente. Osserviamo il risultato delle tre immagini e cerchiamo di rendere identico il colore del personaggio che sarà percepito diversamente anche se razionalmente sappiamo che non lo è.
Chi è interessato a sperimentare le teorie affrontate e vuole inviare del materiale per un'analisi è ben accolto. Suggerimenti per una migliore stesura o chiarimenti su punti non compresi sono ben accetti. Ricordo che se lavorate in tradizionale, dovete scanerrizzare e controllare che la scansione sia simile all'originale e che il file non pesi possibilmente più di 2 MB.
inviate a: grifoweb@tin.it

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