venerdì 11 marzo 2011

MOVIMENTO

-3 COORDINATE-
Ie prime coordinate orientative nell’ approccio con lo spazio di lavoro, lo spazio vuoto, sono l’asse verticale alto/basso e l’asse orizzontale sinistra/destra. Queste prime coordinate sono visibili nel foglio stesso, i lati. Oltre ad essere una circostanza tangibile, è anche un rapporto inconscio che abbiamo tra noi stessi e la terra su cui viviamo. La persona retta, quindi verticale si relaziona verso le persone o le cose con movimento orizzontale, sul piano, la terra. Oltre al disegno, il colore usa questi parametri come abbiamo visto per orientarsi. L’interazione tra questi due momenti crea la relazione/tonalità espressa con la diagonale. Così dicendo affermiamo che avvicinare o allontanare un colore verso la sua verticale od orizzontale vuol dire portare o muovere in direzione della sua origine.
L’origine è sempre, anche nell’atto pratico, il cerchio cromatico con i suoi colori saturi, i pigmenti.
Il movimento è la relazione dell’origine con il bianco, il nero o il grigio, la scala acromatica.
La libera interpretazione di visualizzare il mondo come la sfera cromatica e noi come stranieri passeggiare liberamente dalle cime più alte alle profondità più remote, può essere d’aiuto per comprendere il significato di movimento. Il movimento è un’illusione, percepibile, che si crea tra lo sguardo e il foglio con una dovuta attenzione da parte di chi crea o osserva. Per illuderci del movimento , come diceva Paul Klee per definire il suo approccio al lavoro, farsi una passeggiata tra i colori, abbiamo bisogno di riferimenti cardine per quantificare gli spostamenti. Ecco che ci avviciniamo al piano orizzontale con l’avvicinarsi alla saturazione. Una volta raggiunto l’asse orizzontale, il movimento è coordinato dai tre colori primari CMG. Piuttosto che mi sposto verso l’alto o verso il basso avvicinandomi al bianco o al nero.
Il movimento è sempre illusorio, coloro che non si muovono in questo senso ricreano solo il movimento sinistra-destra e alto-basso scorrendo sulla superficie esterna della sfera, come un criceto che corre all’interno della ruota illudendosi di spostarsi, ma in realtà è sempre fermo nello stesso punto.
Il viaggio porta sempre verso l’interno, e solo una volta raggiunto il “centro grigio” si arriva ad una visione d’insieme. Considerando che la tridimensionalità è sempre un’illusione in quanto qualsiasi forma visiva, al di fuori della realtà e della scultura, è sempre su supporti bidimensionali. Il movimento avanti-dietro o dentro –fuori come dir si voglia, è un’illusione ottica e una sensazione dei sensi percepita da parte di chi osserva. Kandinsky suddivide per coppie d’opposti, i colori principali e il bianco e nero, per movimenti centrifughi e centripeti, così come Klee definisce “in primo luogo movimento e contromovimento, così o così”. Osserviamo questi colori e noteremo come alcuni di loro vengono percepiti più avanti rispetto ad altri.
Questa sensazione viene confermata osservando l’immagine nel suo insieme, in relazione alla forma.
-Il crocevia-
A questo punto il movimento può essere sempre ricreato partendo dal presupposto di mettere sempre in gioco un minimo di due estremi, con riferimento ai tre contrasti. Questi tre movimenti descrivono anche le tre caratteristiche di un colore come i dati anagrafici di una persona. SATURAZIONE-LUMINOSITA’-TONALITA’.
Ne deriva che un colore ha la possibilità di muoversi tra 5 o 6 direzioni, a seconda se partiamo da un colore sulla sfera o all’interno della stessa. Useremo l’esempio delle 5 direzioni per comprendere e avvicinarci più facilmente all’atto pratico che in partenza usa pigmenti più o meno saturi.
Il movimento verso il nero all’atto pratico, come abbiamo visto, si può realizzare in due modi, con l’uso diretto del nero vero e proprio (sconsigliato), e l’uso del complementare che porta al bistro (consigliato). I toni ottenuti sono simili ma non uguali ed è abbastanza evidente la naturalezza ottenuta con il movimento verso il bistro a differenza della freddezza di quelli ottenuti dal movimento verso il nero. In ogni caso ognuno è libero e sceglierà ciò che più lo rappresenta.
Consideriamo l’integrità della sfera come rappresentante assoluto per tutto ciò che riguarda il colore, ma pur sapendo che esiste il polo nord e il polo sud, il nostro campo visivo racchiude solo una parte del tutto, così come quando coloriamo siamo a conoscenza di tutto ma ne manifestiamo solo una parte. Come abbiamo visto un colore è sempre legato ad un minimo di un contrasto fino a tre.
COMPLEMENTARIETA’_CALDO-FREDDO_CHIARO-SCURO
SATURAZIONE_ TONO _B&N

A seconda degli elementi che mettiamo in gioco all’interno dello spazio di lavoro, rappresentiamo una parte della sfera.
CHIARO-SCURO
CONTRASTO COMPLEMENTARIETA’
CONTRASTO CALDO-FREDDO
L’inizio è legato alla scelta di un colore, il contromovimento è causato dalla scelta di un altro colore per ribilanciare l’immagine. Così come il sollevare un piede sposta il baricentro su di una gamba e per riportare equilibrio nel corpo sposterò il peso sull’altra gamba. Si scopre così che gli estremi scelti, sia che siano per contrasto caldo-freddo, complementare o chiaro-scuro, hanno bisogno di un baricentro, un colore di mezzo che li unisca, o meglio gli permetta di “spostarsi” da un punto all’altro nello spazio per iniziare a camminare. Non è conveniente cercare delle tonalià simili ad uno dei due estremi, in quanto non faranno altro che rafforzare una delle due parti, ma bensì cercare quel colore che si trova topoligicamente a metà tra i due colori prescelti.
E’ grazie a questo colore di mezzo che abbiamo la possibilità di avere un continuo visivo che crea un movimento ininterrotto da una parte all’altra e viceversa.
Questo terzo “colore” diventa il ponte d’accesso per tutte le tonalità e chiari scuri che si verranno a creare durante il lavoro. Come un ponte che permette di passare da una riva all’altra, qualcosa che unisce senza annullare nessuna delle estremità. Nel momento in cui non interviene l’artista, è l’occhio stesso che una volta messo in movimento dai colori, cerca un punto dove tranquillizzarsi. Nel momento in cui non lo trova, lo ricrea esattamente dove i due colori confinano. E’ quella vibrazione che si percepisce che unisce e separa allo stesso tempo.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
-Esercizio Base-
Eseguite una scomposizione semplice di una costruzione esterna, palazzo, castello o quel che più vi piace.
Scegliete un colore base saturo, derivate il colore per il contromovimento. Dopodichè spostatevi con il colore base sull’asse orizzontale per avere più colori possibili necessari in base al numero dei piani e usateli per i lati in luce. Fate lo stesso con il lato in ombra. A seconda dell’immagine avrete più o meno bisogno di aggiungere bianco o nero, anche qui aggiungeteli a seconda se vi state spostando in alto o in basso. Più lati avete a disposizione e più tonalità andrete a creare.
-Esercizio Avanzato-
Partite con lo stesso esercizio, aggiungendo come grado di difficoltà un passaggio più continuo tra un tono e l’altro fino ad arrivare alla sfumatura, usando come immagine una figura umana animale o extraterrestre, l’importante è che abbia superfici tonde.

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