Per comprendere meglio il rapporto di tensione che viene creato dall’accostamento tra colori caldi e colori freddi dobbiamo fare alcune considerazioni. La possibilità di percepire i colori è data dalla proprietà degli oggetti di trattenere delle lunghezze d’onda e rifletterne altre.
La luce è una lunghezza d’onda.
Quindi? quindi la luce bianca come è stato dimostrato da Newton a suo tempo attraverso il prisma, contiene tutti i colori. I raggi riflessi che raggiungono i nostri occhi sono quelli che danno il colore all’oggetto, non quelli trattenuti. Quando osserviamo un colore dobbiamo tenere presente che il nostro occhio riceve più informazioni contemporaneamente:
l’aspetto cromatico –un giallo rispetto ad un rosso-
l’aspetto tonale –la quantità di Bianco e Nero a secondo del tipo di luce, naturale artificiale e dal tipo di materiale, un oggetto lucido riflette di più di un’oggetto opaco. Pensiamo che nell’arco della giornata solo tra mezzogiorno e l’una la luce è al suo massimo apice di intensità. In questa fascia la luce bianca crea un’ombra nera, mentre nelle ore successive cambiando inclinazione al suolo risulta più calda, di conseguenza l’ombra non è più nera ma tende ad essere più fredda, blu/bluviola. Questo effetto si può osservare molto bene sulla neve bianca verso l’ora del tramonto.
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Risulta così che nel gergo dei colori la parola luminosità definisce due caratteristiche differenti, la luminosità intesa come quantità di bianco e la luminosità espressa dalla saturazione.
Goethe ha creato questa scala di valori per poter ragionare sulla qualità dei colori (la luminosità del colore saturo) e la quantità, lo spazio fisico necessario per equilibrare due colori con luminosità differenti.
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Il numero più alto corrisponde ad una luminosità più simile al bianco.
Per equilibrare questi colori basta pensare ad una bilancia su cui poggiamo da una parte un mattone Giallo e dall’altro uno Bluviola. Come quantità, questi mattoni hanno lo stesso valore, ma come luminosità no, hanno pesi diversi. Basta aggiungere altri due mattoni di Bluviola per avere lo stesso peso e valore di luminosità.Ora il rapporto quantità/qualità è corretto.
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Così anche per gli altri colori.
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Mentre la scala di luminosità intesa come quantità di Bianco e Nero è la scala acromatica che si ottiene unendo appunto il bianco al nero.
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Queste due informazioni vengono percepite contemporaneamente dal nostro occhio.
Di solito il colore è quello che viene percepito per primo, e solo in un secondo momento l’osservatore può riconoscere il tono.
La regola indicata da Goethe funziona matematicamente se parliamo di colori saturi, ma chi colora è difficile che si fermi alla saturazione dei colori, questo è più probabile nella grafica.
Partiamo comunque da questa osservazione e consideriamo che tra i colori esiste questo continuo antagonismo creato dalla diversa luminosità, non a caso i colori rosso e verde sono quelli che creano meno movimento appunto perché hanno la stessa luminosità.
Quando si parla di movimento o tensione si parla di qualcosa che va vissuto interiormente, lo sguardo è un’azione passiva del corpo che mette in tensione l’osservatore, i colori ci attraggono o respingono, ma questa reazione non è causata dal colore che ha sempre lo stesso valore, ma dall’esperienza che ha ognuno di noi rispetto a quel colore.
I colori caldi e freddi come tutti gli estremi sono in continuo antagonismo, e come tutti gli antagonisti si qualificano con maggiore forza quando sono uno vicino all’altro, ma da antagonisti tendono ad annullarsi a vicenda, come il Bianco&Nero del simbolo del Tao.
Non a caso il nostro colore preferito ci attrae e se considerate qual è il suo complementare solitamente risulta essere quel colore che non ci piace.
Il rosso ad esempio è un colore con un forte potere eccitante, c’è chi ne è affascinato per la carica eccitante e chi lo trova invasivo perché troppo eccitante.
To be continued….