domenica 28 giugno 2009

venerdì 12 giugno 2009

L'USO DEL NERO

L'uso del nero quando si colora è un argomento con molti punti di vista...perchè? perchè la teoria e la pratica, come spesso accade non coincidono, nel senso che ciò che viene spiegato in teoria non accade in pratica.
Cominciamo col definire il nero come assenza di luce, quindi complementare del bianco, luce.
L'oscurità in natura è data appunto dall'assenza di luce che in realtà non è mai assente al 100%. Forse nella profondità degli abissi o in qualche grotta.
Nel momento in cui devo rappresentare quest'oscurità viene da pensare che più l'immagine è scura più devo usare del nero, ma questo creerebbe un impatto visivo freddo e artificiale.
Quindi cosa usare per scurire? ci sono più possibilità, l'uso del complementare è la più conosciuta.



Rifacendosi all'esperienza del complementare scopriamo che in teoria tutte le unioni dei complementari dovrebbe dare come risultato il nero, assenza di luce....ma la pratica ci dice che si possono ottenere diversi tipi di "scuro" tendenti dal grigio caldo al marrone spento o addirittura a dei violacei...l'infinita varietà di scuri che si ottengono sono dovuti al fatto che la teoria parte da dei colori puri, mentre quelli che si trovano in commercio non sono mai così "perfetti", basti pensare che col nome Cyan troviamo per ogni marca un blu differente.
Però da quest'esperienza otteniamo il "BISTRO" colore così definito già dai tempi antichi.
Il Bistro o unione dei tre primari o unione dei complementari è un'ottimo "colore" per scurire in quanto spegne il colore senza fargli perdere la propria proprietà.




Un'altra possibilità per ottenere atmosfere buie, in velocità e valorizzando la luminosità data dai colori stessi e non dal bianco, è ottenibile partendo da una superficie colorata, nera, blu scuro, marrone....
Questo perchè non dobbiamo dimenticare che la realtà c'illude come sempre, il colore non ha, come si pensa, la proprietà di colorare, dare colore, ma semplicemente di trattenere delle lunghezze d'onda e rifletterne altre, per assurdo il colore rosso ha la capacità di assorbire la lunghezza d'onda del verde e riflettere quella del rosso, che arriva al nostro occhio e ci fa percepire rossa la parte colorata.



Per ottenere "buio" quindi basta anche fare molti passaggi di colore, che nella stratificazione andranno a interrompere questo passaggio tra luce diretta e luce riflessa e farà percepire i colori usati spenti e smorti. Chiunque abbia usato le tempere avrà sperimentato da sè questo effetto. Così come nell'acquerello che sfrutta appunto la luce della carta.

Per concludere il nero, come pigmente va usato con parsimonia e cautela, ma risulta necessario per ottenere contrasti forti per chi cerca di rappresentare la luce, in quanto il "bistro" non è un valido complementare del Bianco, che sia come pigmento o carta.
Osservare un Rembrandt può aiutare a capire questi principi.