-INTRO-
Parlando di colore si rischia spesso di dare per scontato il significato delle parole, nel momento in cui si pronuncia GIALLO non tutti visualizzano lo stesso tipo di GIALLO, in base alle proprie preferenze ed esperienze personali ognuno visualizza il proprio campione di GIALLO, e questo può essere un problema, nell’intreccio del colore, gialli diversi creano dinamiche diverse.
Per non creare incomprensioni tra teoria e pratica, useremo un valore alfabetico ed uno numerico per descrivere la qualità del colore. Le case produttrici indicano con nomi simili prodotti diversi, ad esempio il colore Magenta ha una vasta gamma di interpretazioni quando in realtà ha un’unica identità precisa essendo uno dei colori primari usati in stampa. In ogni caso non preoccupatevi se il vostro tubetto “Magenta” assomiglia ad un viola o ad un rosso fuoco, l’importante è concepire un percorso teorico con dei punti cardine di passaggio, come saranno poi rappresentati nella pratica sarà una questione secondaria di marca del colore o qualità della carta o di stampante.
Ogni colore avrà un valore numerico uguale a100, e serve ad indicare il numero di ipotetiche combinazioni possibili tra due o tre colori, un numero estremamente alto anche se le possibilità teoriche sono infinite, quelle pratiche, molto meno. Invece che parlare di rosso porpora o rosso vermiglione parleremo di Rosso60 e Giallo40 per definire un tipo di RossoArancio con un’alta percentuale di rosso.
-IL COLORE E’ LUCE-
Per parlare di colore dobbiamo parlare di luce, è grazie alla luce che possiamo distinguere le forme e riconoscerne i colori amminenti degli stessi. Un corpo che riflette tutte le radiazioni luminose risulta bianco, mentre un corpo che assorbe tutte le radiazioni luminose risulta nero, l’infinità di combinazioni tra lunghezze d’onda assorbite e quelle riflesse creano i diversi colori che l’occhio può percepire. Qui inizia a crearsi la prima separazione tra ciò che vediamo e percepiamo fisicamente e quello che possiamo riprodurre tecnicamente. E’ importante relazionare i colori osservati nella realtà, i giochi di luce e ombra, e le emozioni provate per trasformarli in valori/simboli e poterli teorizzare per poi passare dalla regola alla pratica. In natura il massimo valore BIANCO che possiamo osservare è quello della luce, lo possiamo osservare allo zenit, quando la luce è perpendicolare all’orizzonte ed ha un valore di 5500Kelvin, questo è il nostro valore per il BIANCO teorico. Questo valore da ora in poi sarà chiamato B100 (Bianco). Nella pratica questo valore ha molte varianti, passiamo dal Bianco di Zinco a quello di Titanio oppure Avorio, nomi che troverete nei tubetti o nei godet a seconda della marca che andrete ad acquistare, così come i diversi punti di bianco per le carte. Per chi è all’inizio consiglio di scegliere sempre il Bianco di Titanio, che ha un potere coprente più elevato rispetto agli altri. Per coloro che usano programmi pittorici digitali come Photoshop o Corel Painter non avranno di queste variabili, se non quando andranno in stampa.
Dalla massima luce passiamo al suo opposto, l’assenza di luce, l’oscurità. Per visualizzare questo valore non penseremo al buio della notte, ma bensì al buio delle profondità marine come ad esempio la Fossa delle Marianne, dove realmente la lunghezza d’onda della luce non riesce ad arrivare. D’ora in poi N100 (Nero).
Questi due valori, B & N, luce e assenza di luce sono i rappresentanti di quella che è definita la SCALA ACROMATICA.
Il termine SCALA indica lo scambio reciproco da un valore all’altro in maniera reciproca.
La scala acromatica è rappresentata dallo scambio reciproco tra B e N.
Per ottenere una scala acromatica omogenea non facciamo altro che diminuire la quantità di nero man a mano che ci avviciniamo al bianco e viceversa aumentare la quantità di bianco man a mano che ci avviciniamo al bianco.
La scelta di fare 9 scalini di grigio è legata alla possibilità tecnica e visiva di differenziare e leggere due toni simili come due toni diversi.
La scala acromatica ha 2 funzioni:
- rappresentare la luce-
Le differenze tonali create dalla variazione dell’intensità della luce.
- compositivo, tono del colore-
la differenza tra un colore e l’altro, non cromaticamente ma come tono di grigio.
-SEPARAZIONE-
Inizialmente il foglio è uno spazio unitario che va suddiviso in spazi più piccoli per visualizzare le nostre idee. Così la prima separazione elementare che possiamo ottenere mettendo in gioco il B e il N è la divisione in due parti uguali del foglio, in senso verticale, orizzontale o diagonale. La separazione definisce 2 spazi di uguale dimensione, stessa forma ma di valore tonale differente.
La seconda separazione avviene in conseguenza all’interazione con lo spazio. Dimensione e forma diversa.
La terza separazione è associata all’orientamento, la possibilità di collocare le forme in alto, basso o destra, sinistra rispetto agl’assi centrali.
La quarta separazione è la sovrapposizione, come momento di riflessione per concepire l’illusione della terza dimensione, davanti,dietro.
Con la sovrapposizione iniziamo a mettere in gioco anche il GRIGIO, come valore centrale tra il Bianco e il Nero.
Aumentando la dimensione della forma davanti rispetto a quella dietro risulta più chiaro il movimento dal più chiaro al più scuro o viceversa.
La sovrapposizione c’introduce il principio che 1+1 nel colore fa sempre 3.
Il principio che 1+1 nel colore fa sempre 3 è alla base delle infinite possibilità di combinazione dei colori. Ogni volta che uniamo due valori cromatici otteniamo sempre un terzo valore differente dai due di partenza. Principio che spesso per chi è alle prime armi è causa di confusione o perdita dell’obbiettivo cromatico prescelto.
Partendo dai valori B100 e N100 otteniamo quel tono G100 che si trova a metà come abbiamo visto prima.
Questo è il grigio medio, punto cardine di tutta la teoria del colore, è quel punto che va percepito e visualizzato come fosse il punto d’equilibrio all’interno del nostro corpo. I colori saranno sempre in continuo mutamento con infinite variabili e movimenti, ciò che non ci farà perdere l’orientamento è questo ipotetico punto.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
-Premessa-
Nella pratica dobbiamo differenziare le due tecniche principali:
-la tecnica COPRENTE- tempera, acrilico, olio, colori alchidici etc…
s’intende quella tecnica che per sovrapposizione sottrattiva toglie luce al supporto portando colore attraverso la purezza del pigmento. Dall’ombra alla luce.
-la tecnica TRASPARENTE- acquerello, ecoline, matite colorate etc…
s’intende quella tecnica che per sovrapposizione additiva valorizza la luminosità del supporto. Dalla luce all’ombra.
I programmi di colorazione come Photoshop o Corel Painter permettono la pratica sia dell’una che dell’altra tecnica.
La funzione “moltiplica” ha principalmente il compito di far passare da coprente a trasparente, sia che si parli di “livello” o di funzione del pennello.
Bisogna precisare che nella pratica spesso le due tecniche si alternano senza essere esclusivamente trasparente o coprente.
-Esercizi Base-
Tecnica COPRENTE.
Il principio è uguale per tutte quelle tecniche che sono definite coprenti.
Per creare la scala acromatica non basta pensare di misurare il pigmento nelle percentuale richieste per ottenere il dato grigio, in quanto ogni pigmento ha un potere coprente differente, oltre che i colori chiari tendono a scurirsi facilmente mentre quelli scuri richiedono più quantità di pigmento per schiarirsi.
Per costruire la scala possiamo sia scurire o schiarire lentamente uno dei due punti di partenza con il rischio di non rispettare sia il numero di toni prefissati che la giusta collocazione.
Il mio consiglio è quello di partire cercando di realizzare il Grigio centrale, B50N50. Scurite lentamente il Bianco fino ad arrivare al tono di Grigio medio. Dovrà essere un grigio che non ricordi né troppo il bianco né il nero. Ora dividete a metà il colore ottenuto e procedete con il prossimo tono che sta a metà tra il G (B50N50) e il Bianco. Anche qui scurite con il grigio il Bianco e non viceversa, per non usare una quantità enorme di colore.
Lasciate sempre asciugare bene il colore che quando è bagnato risulta più chiaro e luminoso rispetto a quando si asciuga che risulta più scuro e spento. Per essere sicuri che siate sulla strada giusta chiedetevi sempre se il colore ottenuto si trova a metà strada tra i due punti di partenza. Poi procedete con lo steso meccanismo per ottenere gli altri colori.
Tecnica TRASPARENTE.
Il principio è uguale per tutte quelle tecniche che sono definite trasparenti.
Le tecniche trasparenti usano come principio l’acqua al posto del bianco in modo da sfruttare la superficie luminosa della carta. Per procedere alla realizzazione della scala acromatica dobbiamo quindi usare solo il pigmento del nero, il bianco è fornito dalla carta. L’utilizzo dell’acqua rende più complessa la misurabilità del pigmento usato quindi procederemo dal colore più chiaro a quello più scuro per sovrapposizione. Diluiamo con abbondante acqua il nero e su un foglio a parte testiamo il colore ottenuto, basterà pochissimo pigmento per sporcare l’acqua. La stesura verrà fatta su tutti e 10 i riquadri lasciando libero il riquadro del bianco. Una volta asciugato bene, spesso si può usare anche il phon per accelerare i tempi, passiamo alla seconda stesura, aggiungiamo una piccola quantità di pigmento al colore in uso scurendolo ulteriormente e sovrapponiamolo su 9 riquadri. Ripeteremo l’operazione fino ad arrivare all’ultima stesura del nero.
Programmi digitali
Basterà impostare il valore K alla gradazione prescelta azzerando i valori CMY e con un semplice clik del secchiello riempire la parte selezionata. In questo caso coprente o trasparente non fa molta differenza sapendo esattamente quali saranno i colori che si andranno a trovare lungo la scala.
-Esercizio Avanzato-
Partendo da quella che è la IV separazione proviamo ad applicare questa teoria a delle immagini di fumetto. Isoliamo i piani disegnati nella vignetta concentrandoci solo sulle linee perimetrali che racchiudono i piani principali, per una buona riuscita è consigliabile scegliere vignette con almeno 3 piani differenti. Il piano del cielo o della terra sono gli elementi di congiunzione tra il primo e l'ultimo piano.
Ora decidiamo se dividere gli spazi semplicemente dal più chiaro al più scuro o scegliere per quello che è un nostro gusto. Riempiamo gli spazi con i nostri 3 punti principali, B,G e N.
Ora possiamo completare la colorazione cercando di aggiungere i dettagli ulteriori usando le tonalità che si trovano vicino al Tono di base prescelto.
Per chi avesse un grado di competenza maggiore potrà oltre che differenziare le varie parti del disegno visualizzare la direzione della luce e separare in maniera netta la luce dall’ombra.
Possiamo fare lo stesso esercizio usando solo una parte della scala, come dal B al G, e dal G al N. Stesso processo ma con una scala minore.
Per riconoscere il Tono ed abituare l’occhio a riconoscerlo possiamo lavorare partendo da immagini fotografiche o lavorando dal vero cercando di realizzare nella scala di grigi le immagini a colori.
Anche qui soffermatevi ad osservare quali sono le zone più scure, in parte per via dell’ombra e dall’altra per via del colore locale degl’oggetti, socchiudete gli occhi e tenete di fianco la vostra scala di grigi per fare le giuste considerazioni. Procedete anche qui visualizzando le masse fondamentali della composizione e poi passate ai dettagli.
La qualità della vostra immagine è legata solo alla possibilità di tempo che potete dedicargli e dall’esperienza che avete. Una persona alle prime armi dovrà rimanere più concentrata sulla differenziazione, mentre una più esperta potrà iniziare a curare la tecnica, controllo del pennello o definizione del dettaglio, in ogni caso vi consiglio di lavorare in maniera “naturale” senza pensare al giudizio dell’altro. Voi siete i vostri maggiori critici rispetto alle vostre aspettative, ma se vi fermate a comprendere riconoscere i propri limiti avete la possibilità di scoprirvi e correggervi rispetto alle proprie lacune.
Chi è interessato a sperimentare le teorie affrontate e vuole inviare il materiale per un'analisi è ben accolto. Suggerimenti per una migliore stesura o chiarimenti su punti non compresi sono ben accetti. Ricordo che se lavorate in tradizionale, dovete scanerrizzare e controllare che la scansione sia simile all'originale e che il file non pesi possibilmente più di 2 MB.
grifoweb@tin.it
venerdì 14 gennaio 2011
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7 commenti:
wow silvio! ma grazie! mi accingo a leggere perchè mi rendo conto di essere abbastanza ignorante sull'argomento (o almeno non l'ho mai approfondito abbastanza!)...e se riesco approfitto e ti mando la mia prova, ormai l'hai detto!
Alida! con piacere, invia e domanda tutto quello che ti viene in mente, serve a te e serve a me.
caspita Silvio complimentoni
la prima lezione è veramente spettcolare, sono felice che tu tenga questo corso
Thanks for All
Ciao Luca. Studia bene che prima o poi passo a interrogarti...tu e la tua amichetta!
Pronta per l'interrogazione! La prima lezione è stata appresa. Mi manca la pratica...che è nella mia (lunga) lista delle cose da fare!
Intanto...grazie mille per questi importanti post.
è stata una lezione molto interessante Silvio, Grazie! =)
ora me la rileggo XP
Grazie infinitamente per le bellissime lezioni! ho scoperto da poco il blog e spero mi aiuti visto che della colorazione so poco o nulla e spesso ho tantissime difficoltà proprio nel ricercare l'armonia di cui parlavi in un altro post!
Grazie ancora! Proverò a fare qualche esercizio! Ma devo ammettere che i livelli della 'separazione' mi rimangono un attimo oscuri...sarebbe opportuno chiamarli come hai fatto poi, semplicemente 'piani'? (perdona l'ignoranza çç)
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