-LA MEMORIA-
Da quando apriamo gli occhi la mattina fino a quando non li richiudiamo, osserviamo la realtà. Forme, colori e azioni sono costantemente sotto i nostri occhi. Inconsciamente e consciamente memorizziamo parte di tutto ciò. La nostra memoria crea degli stereotipi per associare forme e colori simili. Se ci venisse chiesto di che colore è un prato ci verrebbe spontaneo rispondere VERDE, o il colore del mare, BLU. Associazioni spontanee che sono legate a ognuno di noi per luogo d’origine e bagaglio visivo. La nostra memoria è in continuo aggiornamento ogni volta che visitiamo un posto nuovo. Questa memoria sembra non ricordare però le variazioni di quel prato o del mare se non pensando ad un’azione o a un’emozione, il prato al tramonto o il mare in tempesta. In questo caso a seconda del grado di attenzione e memoria che ha ognuno di noi, si può arrivare ad associare più variazioni. Naturalmente risulta più difficile visualizzare qualcosa che non abbiamo mai osservato. La memoria come bagaglio visivo è un’ottimo aiuto, per creare atmosfere e situazioni cromatiche, ma per chi disegna o colora l’archivio fotografico è fondamentale. Soprattutto per chi è all’inizio in modo tale da avere la possibilità di osservare i colori di quei luoghi che non capita di visitare tutti i giorni, per avere un punto da cui partire. Oggigiorno internet permette di visualizzare centinaia di immagini in poco tempo, ma è consigliato incrementare questo archivio virtuale, con un archivio personale. Con una macchina fotografica digitale o tramite sketch dal vero. Questo lavoro ci permette di raccogliere, e poi identificare, quelle gamme cromatiche che sono più legate alla nostra personalità. Sono più rappresentative per noi. Ognuno predilige di più delle tonalità rispetto a delle altre e di conseguenza ne veniamo attratti ogniqualvolta le ritroviamo nella realtà. C’è chi preferisce il mare perché attratto dal blu e chi la montagna per il verde, anche se sicuramente non sarà questa preferenza a farci scegliere il luogo delle vacanze. Raccogliere immagini è utile per arrivare a capire quale parte del cerchio, e di conseguenza della sfera, conosciamo meglio e quale meno. Per arrivare a colorare in libertà non dobbiamo rinunciare a nessun colore per non escludere il rapporto duale tra i colori. Da oggi quando osserveremo qualcosa faremo distinzione tra il colore osservato, la variazione creata dalla luce e lo stato emotivo.
-L’OSSERVAZIONE-
Quando osserviamo una forma, e l’indichiamo come rossa o blu, in realtà, quello che identifichiamo con quel colore, non corrisponde con ciò che osserviamo realmente. Quello che vediamo sono le sue variazioni tra luce e ombra.
Per analizzare quello che definiamo il colore dell’oggetto, dobbiamo immaginarlo al di fuori di tutte le fonti luminose, tranne quella bianca. Negli altri casi la luce oltre a creare variazioni tonali di chiaro scuro, crea anche una variazione cromatica. Un esempio classico è il pantalone o la camicia nera osservata in negozio, ed una volta alla luce del sole appare blu scuro. E’ facile sbagliarsi sull’origine di un colore se non si riflette prima sul tipo di luce che lo illumina. Siamo costantemente circondati da luci colorate, da alterazioni cromatiche che influenzano le nostre scelte. I tubi fluorescenti nelle lunghezze d'onda dei rossi per restituire il colore della carne bello e vivo. Le luci calde delle birrerie per rendere il locale caldo e accogliente. Luci fredde per illuminare gli oggetti di design. Se osserviamo un’oggetto collocato in una zona illuminata dal sole nell’arco di una giornata, possiamo osservare come la percezione cromatica di quest’oggetto è in continuo cambiamento con l’avanzare dell’ora. Monet aveva osservato questo fenomeno soffermandosi a studiare le variazioni della luce sulla cattedrale di Rouen.
Come sappiamo la luce solare ci appare bianca solo quando è in prossimità dello zenith, altrimenti a causa della sua inclinazione rispetto alla terra si scalda e si raffredda allontanandosi dallo stesso.
Un espediente per risalire al colore dell’oggetto durante l’osservazione è quello di focalizzare lo sguardo sui valori estremi che troviamo nella zona di luce e d’ombra. Chiudiamo gli occhi, immaginiamo e visualizziamo il colore centrale tra i due e poi riaprendoli apparirà più chiaro il colore osservato.
Identificare il colore dell’oggetto è fondamentale per passare dalla teoria alla pratica. Se conosco il punto di partenza e il tipo di luce che lo sta illuminando risulterà più facile ricreare tecnicamente le tonalità osservate. In altro caso sarò vincolato alla ripresa fotografica percependo solo una quantità enorme di frammenti di colori.
-PROMEMORIA-
-Dall’osservazione otteniamo un campionario di tonalità cromatiche. Per comprenderle dobbiamo organizzarle per risalire all’estensione della scala acromatica.
-Dalla variazioni di chiaro scuro all’interno dell’immagine ottengo informazioni riguardo alla qualità della luce, inclinazione rispetto al piano e distanza dall’osservatore. Estensione della scala acromatica.
-Dalla quantità tra superfici in luce e superfici in ombra posso stabilire il peso dell’immagine. Quanta luce? Quanta ombra?
Questi punti ci servono come kit di sopravvivenza per trasformare quello che osserviamo o immaginiamo in quello che coloriamo.
-LA DRAMMATIZZAZIONE-
La drammatizzazione è l’espressione migliore per rappresentare una sensazione, vissuta o da far rivivere in chi osserva. Nel colore la drammatizzazione si può ottenere in tre modi principali.
-Il primo è quello di alterare il colore percepito, sostituendolo con colori espressivi. Mantenendo il valore tonale tra le parti. Se voglio colorare un sole blu, questo colore sarà il più luminoso nell’immagine.
-Il secondo è quello di intervenire con una luce dominante colorata adatta all’espressione che ho in mente di rappresentare. Un’immagine carica di una luce calda tendente al rosso, rappresenterà in maniera evidente un tramonto anche senza far vedere il sole che viene inghiottito dalle montagne.
-Il terzo è l’uso strategico del contrasto chiaro/scuro mantenendo il colore originale della forma. I film in B&N ci aiutano a comprendere le variazioni funzionali dell’ombra cambiando intensità e inclinazione.
La forma in ogni modo svolge sempre da corpo sostenitore per qualsiasi alterazione del colore, tranne nel caso della rappresentazione astratta dove la forma non è necessaria. In tutti gli altri casi è necessario studiare quello che è l’ordine naturale delle cose.
-LA PENOMBRA-
Nel caso dell’uso di luci colorate per aumentare la drammaticità di una scena, possiamo usare lo spazio della penombra per proiettare delle luci colorate, anche se non hanno una spiegazione logica, se non quella espressiva di suscitare uno stato emotivo.
Come abbiamo osservato, la penombra si colloca tra ombra propria e ombra riportata e solitamente ha il colore dell’oggetto ingrigito. Nel caso della drammatizzazione questa zona è usata per esprime il colore necessario per l'atmosfera. Nel cinema o nella fotografia si tende a valorizzarla proiettandoci luci secondarie colorate, spesso semplicemente calde o fredde per scaldare o raffreddare la scena. Basta osservare qualsiasi film per notare questo fenomeno.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
-Esercizio Base-
Prendete una foto di un paesaggio, attaccatela il più lontano possibile dal vostro posto di lavoro, almeno 2,3 metri. Da questa distanza non vi sarà possibile soffermarvi sui dettagli e sarete costretti a osservare l’immagine nel suo insieme. Per i miopi basterà togliersi gli occhiali e osservare l’immagine, a questo punto sfuocata, e osservate quali sono i colori dominanti dell’immagine. Questi saranno i vostri colori di partenza, usateli per la vostra tavolozza. Non disegnate l’immagine che osservate, ma provate a “disegnare” direttamente con delle pennellate grossolane per riprodurre lo spazio occupato dalla forma, senza preoccuparvi dei dettagli. Ora intervenite con pennellate sempre più piccole per definire un po’ meglio la forma, rimanendo comunque con l’idea di realizzare un bozzetto, un promemoria su ciò che avete osservato. In un secondo momento invece, ridisegnate l’immagine fotografica e coloratela usando gli stessi contrasti di chiaro scuro che avete ottenuto dal vostro bozzetto, usando però dei colori nuovi per le forme, a vostro piacimento. Nella seconda fase dell’esercizio non sarà necessario osservare il riferimento fotografico, il vostro riferimento sarà il vostro bozzetto.
-Esercizio Avanzato-
Partite da un riferimento fotografico e alterate i colori mantenendo il contrasto chiaro scuro. Anche qui senza disegnare prima l’immagine, ma lavorando direttamente con i colori.
Chi è interessato a sperimentare le teorie affrontate e vuole inviare del materiale per un'analisi è ben accolto. Suggerimenti per una migliore stesura o chiarimenti su punti non compresi sono ben accetti. Ricordo che se lavorate in tradizionale, dovete scanerrizzare e controllare che la scansione sia simile all'originale e che il file non pesi possibilmente più di 2 MB.
inviate a: grifoweb@tin.it
sabato 26 marzo 2011
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